Anche le scarpe chiodate, scarpe pensate per essere funzionali prima che belle, hanno una loro storia che merita di essere raccontata. La scarpa chiodata nasce nel 1852, sebbene l’esemplare più antico che abbiamo di questo modello risalga agli anni sessanta del 1800. Parliamo di un paio di calzature prodotte da Thomas Dutton e Thorowgood e gelosamente conservate, oggi, al Brooklyn Museum. Il materiale con cui erano fatte le primissime scarpe chiodate era la pelle di canguro, nota, ai tempi, per la sua resistenza. Coloro, però, ai quali spetta il merito della diffusione di questo modello di calzatura sono i fratelli Dassler. Il ciabattino bavarese Adi Dassler decise di investire, con queste scarpe, sul mercato sportivo, fondando la Gebrüder Dassler Schuhfabrik, una sorta di antenata dell’Adidas, successivamente fondata dal fratello. Fu proprio Rudolf Dassler a proporre all’atleta Jesse Owens di indossare le proprie scarpe chiodate Adidas, brand che divenne celebre proprio grazie alle vittorie di Owens che intuì le potenzialità di questo modello allora innovativo. Se consideriamo questa storia alla luce delle problematicità legate al periodo storico e alla figura di Owens, le scarpe che siamo abituati a vedere ai piedi di molti sportivi assumono dei connotati diversi. Anche queste calzature, ora decisamente poco presenti in mondi diversi da quello dello sport, meritano un piccolo riflettore acceso su di sé.
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