RE49, un’azienda con sede a Gonars, un pittoresco paese friulano di 4.500 abitanti, ha conquistato un posto di rilievo nel mondo della moda green grazie al suo marchio distintivo: scarpe realizzate con materiali riciclati, tra cui pneumatici usati e asciugamani dismessi dai grandi alberghi. Fondata dal pronipote del fondatore originale, Nicola Masolini, RE49 è la lodevole erede di un’attività intrapresa nel lontano 1949 da suo bisnonno Valentino, un tempo uno dei protagonisti della fervente industria calzaturiera italiana.
Con il declino dell’era d’oro delle scarpe italiane negli anni ’80, Gonars ha visto svanire la maggior parte delle sue 60 aziende calzaturiere e oltre 3.000 posti di lavoro. Oggi, solo tre aziende hanno resistito, e RE49 è una di queste, grazie all’ispirazione e all’ingegno di Nicola Masolini. Dopo trascorrere 12 anni in Africa, dove si dedicava a impiantare produzioni di scarpe per conto di rinomati marchi internazionali, Nicola ha vissuto una vera e propria epifania. Convinto che la produzione industriale tradizionale generasse più rifiuti che valore, ha deciso di tornare alle radici della filosofia del suo bisnonno Valentino. Questo ha portato alla nascita di RE49, con il “RE” che sta per re-use, re-cycle, re-duce e re-turn, sottolineando l’impegno dell’azienda nel riutilizzo, riciclo, riduzione e ritorno alla sostenibilità.
L’azienda ha intrapreso un viaggio verso la sostenibilità, con la sua produzione di sneakers innovative e rispettose dell’ambiente. L’ispirazione per il design è scaturita da una vela che copriva la legnaia di suo zio, un materiale facilmente reperibile nella zona costiera. I vecchi pneumatici vengono trasformati in suole, gli asciugamani dismessi dai grandi alberghi vengono utilizzati per le imbottiture interne, mentre gli ombrelloni e le sdraio dismesse di Lignano Pineta, insieme a denim usati e vecchie vele di imbarcazioni, trovano nuova vita diventando le tomaie delle scarpe.
La circolarità è al cuore di RE49, e per dimostrare la sua tracciabilità e impegno, l’azienda inserisce in ogni scarpa un microchip con informazioni dettagliate sui materiali utilizzati e i passaggi di produzione, tutti registrati in blockchain. Sebbene RE49 sia ancora una realtà piccola, con un fatturato di circa 60.000 euro nel 2022 e solo cinque dipendenti, ha ottenuto un riscontro positivo in Germania, dove la sensibilità verso prodotti sostenibili è alta. Con una rete di venti boutique che distribuiscono i loro prodotti e nuovi accordi in vista, l’azienda guarda con ottimismo al futuro e a una crescita promettente. RE49 è la prova tangibile che l’innovazione, la sostenibilità e la circolarità possono confluire nella moda, dimostrando che è possibile creare prodotti di qualità preservando e proteggendo il nostro ambiente. La loro storia ispira e ci ricorda che le scelte etiche possono essere la chiave per un futuro migliore e più verde per l’industria della moda.
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