L’Abc della scarpa: alla ricerca dei segreti che si celano dietro questo accessorio

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esempi modelli uomo

Una semplice abitudine, un’azione che si ripete ogni giorno nello stesso modo con lo stesso significato, proteggere una parte del nostro corpo e poter camminare comodamente.

Una cultura che per molti si ferma semplicemente qui, alla riduzione di questo meraviglioso dettaglio a una banale cucitura di suola con una tomaia, stringhe differenti; a una scarpa magari acquistata facendo solo riferimento alla vetrina che la vedeva esposta o al prezzo alto, per molti sinonimo di qualità.

Bene, signori, sappiate che oggi bisogna fare un grande passo indietro, perché vi è un mondo racchiuso dietro la parola “scarpa”. Essa non è solamente considerata uno strumento per camminare, dimentichiamoci griffe e design stravaganti e cogliamone l’anima. Un’anima pura, artigianale, con un nome, un’origine e una storia. Ogni calzatura parla una lingua, appartiene a un’epoca e a una specie, e ogni uomo ha il dovere di conoscerla quando decide di calzarla, o prima ancora, quando si trova a scegliere quale indossare.

La scarpa da uomo, cercando di calarsi nel particolare della storia che l’ha delineata negli anni, discende da tre grandi famiglie: francesina, derby, e mocassino.

Dal 1800 a oggi possiamo certamente affermare che la sua storia sia rimasta pressoché inalterata: abbiamo sempre assisitito alla modernizzazione di alcune tecniche che la rendessero quanto più possibile al passo con i tempi e alla possibilità di renderla personalizzabile, per poter soddisfare al meglio le richieste dei clienti.

Dunque cambiano le forme, si abbassa il gambale e si cerca di uniformare la scarpa all’altezza della caviglia.

Gli attuali modelli da uomo cominciarono ad affermarsi dopo le rivoluzioni in Inghilterra e in Francia, quando furono aboliti tacchi eccessivamente superiori agli standard, decori e ornamenti preziosi delle fibbie, tra la nuova classe sociale borghese che era in ascesa in quegli anni.

Scarpe uomo Francesina
Diverse declinazioni della Francesina Uomo

Francesina:  il nome è un chiaro rimando alla cultura transalpina. Parliamo di un modello semplice, rigido e raffinato, che non rappresenta il non plus ultra dell’eleganza rispetto ad altri modelli, ma ha comunque un’anima forte. Il tratto distintivo più evidente è la mascherina cucita sopra i gambetti, che tendono a unirsi lungo la longitudine della scarpa verso il centro, in prossimità del collo del piede; imbrigliati sotto le stringhe chiudono la scarpa attraverso cinque coppie di fori passanti, di cui l’ultima riservata al fiocco. La decorazione classica – qualora non venisse presentata una scarpa liscia – è un ricamo a fiore (detto broguering), traforato sulla punta, che può estendersi, secondo geometrie diverse per il resto della superficie.

Francesina Duilio: la struttura è sempre la medesima, e la differenza sta nella decorazione, che non taglia trasversalmente la punta ma segue il classico profilo a “coda di rondine”. Naturalmente maggiore sarà il numero delle decorazioni, maggiore il tono sportivo della scarpa.

La Francesina nera è sconsigliata in aree rurali – dove resta più indicata la famiglia Derby e, soprattutto per l’uso cittadino, è bene evitare un tacco più spesso di 2,5 centimetri e una suola più spessa di 11 millimetri. Il nero e il marrone sono i colori più indicati per un completo elegante da giorno, mentre la versione scamosciata ha un tocco più sportivo.

Francesina Uomo
Variante di decorazione Francesina

Derby: il nome di questa famiglia di scarpe deriva dal conte inglese Derby, che lanciò la moda legata a questa scarpa alla fine del 1700 come valida alternativa allo stivale. Stringata o senza lacci, la Derby può presentare una tomaia liscia o decorata: questo elemento naturalmente incide sul grado di eleganza o sportività della calzatura. Il nome rimanda inevitabilmente a quelle aree rurali in cui la nobiltà di campagna (Gentry) univa, in un’armonica mise, Derby e giacche in tweed. Un genere sportivo ma molto aristocratico, che oggi consiglieremmo con l’accompagnamento di una cravatta dalle decorazioni agresti (papere, cigni, uccelli) o in ancient madder. La versione più elegante di Derby è certamente quella senza stringhe e con un piccolo laccio laterale in cuoio, in cui ha un ruolo fondamentale la cura della fibbia. La suola, in questo modello, può essere anche in gomma o para, non necessariamente in cuoio.

Mocassino: la sua origine viene ricondotta alle terre oltreoceano, al di là dell’Atlantico. Lo stile deriva dalle calzature in pelle di daino degli indiani del Nord America, e altro non era che un involucro di pelle che, dalla suola, fasciava il piede aderendo su di esso. Entrato nella tradizione, ha poi preso anche il nome di “mocassino tubolare”, mantenendo questa struttura ma con l’aggiunta di una cucitura sullo specchietto (o vaschetta).

Oggi, la versione più diffusa è quella europea: il mocassino strutturato, in cui la fasciatura di pellame poggia su una tradizionale suola con un tacco di 2,5 centimetri e la tomaia viene fissata al sottopiede.

Modello mocassino uomo
Pantofola Uomo

La variante si chiama pantofola. Qui lo spessore di suola e tacco vengono pressoché azzerati e ci si riavvicina, per morbidezza e delicatezza, all’idea di mocassino tubolare. Oggi concepita come scarpa di classe e personalizzabile, lungo il collo,  si tende a cucire stemmi o simboli, traversine decorate o frange, a seconda dei gusti di ognuno di noi.

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Redazione

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