Alexandra Alberta Chiolo, 28 anni e una Laurea in Scienze della Comunicazione, ha brevettato le Albertine, delle scarpe componibili che rispondono al desiderio di versatilità di ogni donna, come racconta lei stessa. Vendute ‘a pezzi’ le Albertine si possono comporre a seconda del proprio gusto e delle proprie esigenze: la tomaia di vitello è accompagnata da tacchi e plateau disponibili in diversi colori e altezze, che si agganciano e sganciano dalla tomaia dando vita ogni volta a una scarpa ‘stacca-attacca’ sempre diversa. “L’idea è nata nel novembre del 2011 le scarpe sono componibili, il che significa che tacchi e plateau si possono intercambiare. In fondo, è il gioco di ogni donna che ama comporre abbigliamenti sempre diversi. Chi non ha mai sognato di avere la scarpa comoda su cui camminare tutto il giorno e poi cambiare, con un semplice gesto, senza portarsi tutto il guardaroba dietro? Il primo prototipo l’ho sviluppato grazie all’assistenza di un amico architetto – racconta la creativa – da lì si sono sviluppati gli studi necessari per garantire la sicurezza di una camminata stabile, grazie a diversicrash test “. Niente paura quindi di ritrovarsi con la scarpa ‘staccata’ nel bel mezzo di un appuntamento: “I crash test servono a valutare il punto di rottura del tacco e del plateau – spiega Alexandra – ed evitare i classici inconvenienti che si possono incontrare durante una camminata qualunque sul marciapiede o sui sampietrini”. Il prodotto è inoltre coperto da brevetto internazionale. Oggi il modello di punta è rimasto quello di partenza, “il bestseller è la décolleté nera con i tacchi e il plateau oro-rosa”, racconta Alexandra, ma le combinazioni sono infinte. Le scarpe, certificate 100% Made in Italy sono prodotte nella zona tra Marche ed Emilia. “Tutti i fornitori sono italiani e operano e lavorano in Italia – continua la creativa – Si tratta di scarpe completamente artigianali”. Quanto al prezzo, essendo componibili, le Albertine hanno anche un ‘prezzo componibile’, come ama ripetere spesso Alexandra. “Si parte da una base che è la tomaia, che costa circa 180 euro. Oltre al vitello nero, oggi è disponibile in tweed, in pura seta, o in gommato quindi a seconda del materiale e della lavorazione cambia anche il prezzo. Poi ci sono tacchi e i plateau, da 39 euro per quelli semplici verniciati o laccati, fino a salire di prezzo con metal, glitter o le pietre applicate. Infine ci sono tacchi da 1000 euro, completamente torniti a mano ricavati da un unico pezzo”. Oltre alle classiche Albertine, poi, a settembre verrà lanciata la variante ‘Pop’ con la tomaia lavorata semindustrialmente, stampata in pvc. “E’ un prodotto più giocoso e accessibile che costerà 149 euro, inclusi tacchi e plateau, pur mantenendo le caratteristiche fondamentali delle Albertine – continua Alexandra – Il pvc è filtrato senza solfiti ed è anallergico”. Ad aprile le Albertine sono state scelte per la Triennale di Milano all’interno della rassegna ‘W-Women in Italian Design’. Vi piace l’idea?
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