IL CALZOLAIO DEI CAMPIONI DELLA FORMULA 1

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ciccio

L’ultimo cliente famoso di Francesco Liberto, detto CICCIO, è stato Dario Franchitti, pluricampione di Indianapolis, che per non perdere l’occasione ha deciso di presentarsi nel suo laboratorio e dichiarare «Essere qui vuol dire mettere un piede nel cuore della storia dell’automobilismo».

E Ciccio vive ogni nuovo successo con modestia, e lo fa da oltre sessant’anni. 

Anche la Porsche, in un documentario, ne ha celebrato l’arte . Le sue “opere” sono esposte in otto musei, da quello della casa automobilistica tedesca a Stoccarda, fino a Maranello, nel cuore della Scuderia Ferrari di cui è stato a lungo fornitore.

E come se tutto ciò non bastasse l’UNESCO lo ha proclamato “tesoro umano vivente”.

Ciccio, 81 anni, di Cefalù, continua ancora a sfornare opere d’arte che gli vengono commissionate da tutto il mondo, sempre dalla sua Cefalù, in provincia di Palermo.

Ha iniziato a 6 anni ad imparare il mestiere dallo zio. “Fu il mio asilo”, ama dire. La bottega da asilo è diventata superiori, poi università e poi master.

Niki Lauda, Sebastian Vettel, Clay Ragazzoni, Carlos Reutemann, Jacky Ickx, Mario Andretti, Didier Pironi, René Arnoux, e Michael Schumacher hanno avuto in comune le scarpe di Ciccio.

Anche se Ciccio si definisce uno «scarparo»,è un artista che ha inventato un mercato che non esisteva. Fino a lui, non esistevano scarpe speciali per i piloti. 

Con creatività, tecnica e professionalità inventa una scarpa morbida, anatomica…e bella. 

Da una recente intervista di Gaia Cesare ascoltiamo il racconto di Ciccio: «Ho fatto una rastremazione delle punte, come in architettura, perché l’abitacolo dell’auto era molto piccolo e dovevo fare in modo che destra e sinistra non si toccassero. Poi ho dato il mio tocco personale, il colore. Nella vita devi seguire l’evoluzione delle cose e lasciarti travolgere. Io ho capito subito che quella era la mia strada». 

Cefalù è stata la sua culla e la sua ispirazione non ci pensa proprio a trasferire la sua bottega dalla cittadina normanna. 

Sempre a Gaia Cesare racconta; «Sono nato nudo e Cefalù mi ha vestito. Non lascerei questo posto per nulla al mondo. Me lo proposero anni fa, quando l’alta moda milanese sfilava qui. Insistette parecchio Mila Contini, grande firma del settore. Io mi sono sempre rifiutato. Uno dei mali peggiori della nostra isola è l’impoverimento totale, la fuga dei giovani migliori».

Intanto fra i ricordi spunta un libro. È Il cane giallo di Georges Simenon. Lo apre, c’è una dedica dello scrittore: «A Ciccio, che fa le meraviglie».

http://www.ciccioshoes.it/it/le-scarpe/

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Redazione

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