Lo stiletto, un’arma che trafigge il cuore

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ScarpeMagazine_Viier_stiletto_03Lo stiletto: non è un caso che abbia lo stesso nome di un’arma il cui scopo principale è quello di penetrare lo sterno per trafiggere dritto il cuore. Vi sarete chiesti spesso quale sia la differenza tra lo stiletto e il tacco a spillo. Alcuni usano i due termini come sinonimi, altri ci tengono a precisare che lo stiletto si caratterizza per un diametro sempre più o meno uguale, uniformemente sottile, laddove invece la rastremazione del tacco a spillo conferisce a questo una forma a cono più evidente. In ogni caso, che siano sinonimi o no, entrambi si caratterizzano per la loro estrema sottigliezza, che li rende l’essenza della femminilità e della seduzione.
Com’è noto e come abbiamo ricordato più volte su Scarpe Magazine, la creazione dello stiletto è attribuita a Roger Vivier (1907–1998), di cui tra l’altro rimane l’invenzione più famosa, assieme alla vistosa fibbia, la bouclé, che caratterizza gran parte delle sue creazioni. Negli anni ’50, quindi, Vivier realizzò una delle più grandi invenzioni del secolo in fatto di moda ed esaltazione della bellezza. Tuttavia, secondo alcuni, questa sarebbe solo la storia ufficiale, o meglio, quella che ha ScarpeMagazine_Viier_stiletto_04preso il sopravvento su altri episodi che non hanno ricevuto, semplicemente, lo stesso riconoscimento. Infatti pare che ricerche nello stesso campo le stessero facendo Andrè Perugia e Charles Jordan in Francia, Beth Levine negli Stati Uniti e Salvatore Ferragamo in Italia; tuttavia il tacco di Roger Vivier fu notato per primo dalle riviste di moda perché lo stilista lavorava con Christian Dior, che era il designer al centro dell’attenzione dell’epoca, colui che suscitava un’attenzione ossessiva con qualunque capo facesse uscire dal suo atelier. Fu così che la rivista francese Vogue battezzò la nuova invenzione “stiletto”, come il pugnale rinascimentale dalla lama lunga e affilata, capace di passare agilmente attraverso le maglie della cotta e colpire così anche i cavalieri più pesantemente corazzati, gli uomini più sprovveduti.
ScarpeMagazine_Viier_stiletto_05Quale fu l’intuizione che permise la creazione dello stiletto? Ciò che impediva agli stilisti di creare un tacco sottile era il materiale: fino a quel momento, infatti, i tacchi erano realizzati in legno e perciò la struttura non poteva essere troppo sottile, altrimenti si sarebbe rischiato che sotto la pressione del corpo il tacco si spezzasse tanto più lo si fosse allungato. Vivier ebbe l’idea geniale di realizzare un tacco con un’anima di metallo, secondo una meccanica simile a quella che regge i grattacieli. Presto gli stilisti italiani adottarono lo stile di Vivier, ma la consacrazione del suo genio avviene nel 1967, quando una ventiquattrenne Catherine Deneuve indossò le sue creazioni nell’allora scandaloso film Bella di giorno, che nello stesso anno vinse il Leone d’Oro alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dando vita all’amore per stiletto e bouclé che mai sarebbe finito.

Viviana Concas

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Redazione

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