Bufera su Louis Vuitton: scarpe fatte in Romania e non in Italia!

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E’ bufera sul marchio Louis Vuitton. Il famoso brand francese è incappato in un’inchiesta dei giornalisti inglesi del The Guardian che ha svelato tutti i segreti della produzione di scarpe del marchio.

Quelle che vengono da sempre promosse come scarpe made in Italy, sono in realtà prodotte a Cisnadie, cittadina della Transilvania, regione della Romania. Non si tratta di quello che in Italia definiremmo un “distretto della calzatura”, in quanto nel territorio non esiste una tradizione calzaturiera o una scuola artigiana che opera nel settore delle scarpe o della moda. La fabbrica in questione è sempre stata mantenuta attiva in gran segreto, tanto che, come rivelato da alcune fonti locali al quotidiano britannico, è stato fatto in modo che lo stabilimento non risulti presente neanche nelle ricerche Google.

Già in passato erano stati dei giornalisti francesi a smascherare le modalità di produzione delle scarpe Luois Vuitton: contattati da un dipendente, avevano scoperto che le scarpe che escono dalla Somarest vengono inviate in Italia o in Francia, dove vengono soltanto suolate e poi vendute come prodotto fabbricato nel Paese in cui è avvenuta la suolatura.  All’epoca Bernard Arnault, proprietario del gruppo LVMH e uomo più ricco di Francia, con un patrimonio di 37,2 miliardi di dollari, aveva rigettato tali dichiarazioni, ma oggi arriva la conferma del The Guardian.

made in italy

Alla fine del processo queste calzature non solo vengono vendute a pieno costo come prodotti Made in Italy nel nostro Paese, ma vengono anche riesportate in Romania e vendute nelle boutique di Bucarest come prodotto di classe creato in Italia o in Francia, a cifre da capogiro. I dipendenti rumeni, invece, per la loro lavorazione hanno preso 133€ al mese, stipendio che sicuramente va comparato al costo della vita della Romania, ma comunque molto basso rispetto alle migliaia di euro che può arrivare a costare un singolo paio di scarpe.

Tutto illegale? Purtroppo no! Non c’è una legge seria a tutelare il Made in Italy. Per le grandi aziende è possibile produrre gran parte del prodotto all’estero, dove la manodopera e le tasse hanno costi inferiori, e poi completare il prodotto in Italia applicando così l’etichetta Made in Italy. Una trovata che semplifica la vita e dà prestigio alle grandi multinazionali, ma che al tempo stesso dà poco o niente ad un Pese come il nostro, famoso per la sua arte artigiana e per il suo senso del bello e del fashion.

 

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Redazione

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